Ogni buon freelance lo sa, oggi come oggi è indispensabile saper creare e comunicare nel modo migliore la propria immagine. In un mondo in cui il web ha messo tutti alla pari le opportunità sono infinite ma allo stesso tempo la concorrenza è aumentata, come fare quindi ad emergere dalla massa? La risposta sembra essere il “personal branding“. Ne parliamo con Gianluca Lo Stimolo, CEO & Founder di Stand Out, che abbiamo ascoltato al Social Media Strategies di Rimini durante un intervento intitolato “Il Personal Branding dei Comunicatori Digitali“.
- Ciao Gianluca, oggi il personal branding è una componente fondamentale di ogni strategia di marketing per promuovere un professionista, ne parlano in tanti ma forse è bene partire dalle basi. Cosa è per te il personal branding e da cosa bisogna partire per iniziare a crearlo.
Sì, il personal branding ha assunto negli ultimi anni un’enorme rilevanza per ogni strategia di marketing, ancor più quando si parla di professionisti. I motivi sono molteplici e riassumibili in una competizione sul mercato sempre crescente e più agguerrita e nella necessità di fornire agli utenti delle nostre comunicazioni una garanzia della fonte per renderle più credibili e autorevoli, aumentandone così l’efficacia.
Purtroppo si pensa spesso che il personal branding sia solo un’operazione di facciata per rendersi più appetibili. E invece, fatto nei dovuti modi, é il cuore pulsante delle strategie comunicative di ogni businessman.
Quindi é corretto impostare quest’attività con la massima cura e dargli la giusta attenzione perché su questo si fondi la nostra carriera di professionisti.
Per me il personal branding é l’insieme delle strategie e tattiche di marketing, branding e comunicazione, atte a creare una forte associazione mentale tra una nostra competenza specifica, rilevante per un pubblico, e la nostra persona, in modo da essere considerati come la prima risposta utile per quella precisa materia.
Si parte quindi dalla scelta di questa competenza per creare e poi affermare la propria “promessa al mercato”. Da questa dipende infatti l’aspettativa che generiamo e la nostra vera reputazione.
Una promessa al mercato ben congegnata prevede un minimo di tre elementi:
1. A chi ci rivolgiamo (il nostro pubblico privilegiato);
2. Quale risultato promettiamo di far ottenere;
3. In che modo lo facciamo (attraverso quali tecniche e modalità).
Per esempio, la mia é: “Aiuto imprenditori e professionisti a diventare volti noti del loro settore, attraverso strategie e tecniche di personal branding”.
Definito con attenzione quello che vogliamo rappresentare e per quale competenza specifica vogliamo essere riconosciuti, possiamo mettere in campo strumenti per farlo sapere al nostro pubblico e per accrescere la nostra autorevolezza.
- Chiarissimo, sul sito della tua agenzia abbiamo letto che costruite “business celebrity”, spiegaci di cosa si tratta.
Una business celebrity é un professionista o un imprenditore, che applicando strategie di personal branding professionale (quello che infatti si chiama “business celebrity building”), é riuscito ad essere considerato dalla sua nicchia di mercato e per la sua materia specifica il maggior esperto, il n.1, il punto di riferimento.
In pratica, é riuscito a scalare la piramide del riconoscimento sociale, passando da generalista a specialista, fino a divenire una celebrità. Spesso avendone anche un importante riscontro mediatico oltre che finanziario. Faccio spesso l’esempio del critico d’arte per aiutare la comprensione di questo concetto. Al solo pensiero a chiunque sarà balenato per la mente il nome di Vittorio Sgarbi. Personalità che é riuscita infatti ad essere il primo nome che viene in mente a tutti, quando si pensa a quella tematica. Sgarbi é una business celebrity come critico d’arte.
La costruzione di una business celebrity é un percorso articolato e lungo, che tuttavia può essere intrapreso da chiunque abbia una competenza rilevante da sviluppare e comunicare e scelga di mettere se stesso al centro del proprio business model, comportandosi come una sorta di “IO S.p.A”.
Non si diventa business celebrity in poco tempo e con poche mosse, ma con un lavoro continuativo e senza fine. Essere famosi per poco tempo é per tutti. Essere una business celebrity invece no.
Si tratta di stelle nel loro business, non di meteore.
- Molto interessante, tornando all’esempio che hai fatto, Vittorio Sgarbi è una figura riconoscibile anche perché istrionico e dotato di ampie capacità comunicative, la celebrity allora forse non è per tutti? E’ possibile che si debbano avere particolari caratteristiche comportamentali per diventare una business celebrity?
E’ possibile anche lavorare su un personaggio che si mostra poco e che fa delle sue rare apparizioni pubbliche una chiave distintiva, ma è molto complesso ed è una scelta percorribile da pochi. Nella maggior parte dei casi un atteggiamento estroverso è preferibile e rende l’obiettivo maggiormente perseguibile.
Per esperienza posso dire che molti casi riusciti di personal branding sono persone di indole riservata, ma che hanno compreso l’importanza di comunicarsi, intraprendendo anche percorsi di formazione per migliorarsi. Questo perché sono meno guidati dal soddisfare il proprio ego e orientano il loro personal branding a una finalità superiore.
Sviluppare capacità comunicative è quindi richiesto a chiunque voglia emergere e ritengo che tutti con il dovuto impegno possano farlo. Viviamo in un momento storico in cui le soft skills hanno assunto un valore immenso e le possibilità di evolversi anche a livello comportamentale sono infinite. Non è un caso se Stand Out è nata come spin off del più grande gruppo italiano nel settore del coaching e della crescita personale. Il personal branding presuppone infatti un’ampia consapevolezza di se stessi e della propria identità, uno sviluppo costante di competenze e abilità e una propensione a renderle visibili.
E’ importante sottolineare che non stiamo parlando di rappresentare qualcosa che non si è. Ma di migliorare le proprie capacità e competenze, incluse quelle comunicative, senza mai dimenticare che l’autenticità è una delle parole chiave di quello di cui stiamo parlando. Più siamo veri e autentici, maggiori sono le possibilità di essere percepiti correttamente.
- Da quanto ho capito il tuo consiglio è quello di focalizzarsi su una competenza specifica per diventare il leader di quella nicchia. Considerando che la maggior parte dei freelancer presenti su Link2me ha varie competenze (ad esempio chi è SEO fa spesso anche PPC o addirittura creazione di siti), in questo modo non c’è il rischio di perdere occasioni di lavoro e fette di mercato?
Hai capito benissimo! Quest’ultima ottima domanda sintetizza la più grande remora e il più grande limite che la maggior parte dei professionisti hanno.
Viviamo nell’illusione che comunicare tutto quello che siamo in grado di fare ci dia maggiori opportunità. Invece é esattamente il contrario. É l’essere riconosciuti come eccezionalmente bravi in qualcosa di specifico che ci “apre le porte” e ci fa ricordare. In caso contrario, saremo destinati all’oblio persino dai nostri stessi clienti che finiranno per preferire chi comunica meglio una specializzazione per il bisogno del momento.
Non sono un’estremista del focus totale in un ambito, ma lo sono per la specializzazione almeno nella nostra comunicazione.
In pratica, continua pure a fare tutte le cose che sai fare e anche di più, ma comunica esclusivamente la competenza principale per cui vuoi essere riconosciuto. Un po’ come per un’iceberg, i nostri utenti dovrebbero vedere solo quella piccola parte di competenze molto forte che sta in superficie, anche se sotto il mare c’é una miriade di altre cose che sappiamo fare bene. Per usare una logica che credo sia molto conosciuta dai freelancer di Link2me, é come se in un funnel della nostra offerta mettessimo tutti i servizi in front end. Quando comunichiamo noi stessi spesso commettiamo questo errore. Invece il modo migliore é avere un front end ben riconoscibile per poi successivamente presentare l’offerta di back end.
Per tornare al tuo esempio, se sono riconosciuto come uno dei massimi esperti di PPC e mi chiamano per questo, dopo posso consigliare e proporre anche di lavorare su SEO, magari facendo pure il restyling del sito. Ma se mi propongo come un web marketer generalista, sarò sempre surclassato da chi invece concentra la sua comunicazione su una competenza specifica e agli occhi dei miei utenti appare un punto di riferimento su quell’argomento.
Peraltro più un settore matura, più aumentano le nicchie possibili di competenza o di segmento di mercato. E il web marketing inizia a essere un mercato maturo, ricco di argomenti specifici e segmenti da conquistare.
- Complimenti, questa risposta ha chiarito in modo esaustivo i miei dubbi, ti ringrazio a nome di tutta la community per questi preziosi consigli e invito chi avesse domande a contattarti in privato per avere maggiori informazioni sui tuoi servizi.